martedì 23 dicembre 2008

Multa ad un solo automobilista in divieto di sosta. Legittima.

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con la sentenza Sent. n. 29709/2008 ha stabilito che la multa va pagata anche se tutti gli altri automobilisti parcheggiati male non l’hanno presa. La sentenza infatti cassa una decisione del giudice di pace che invece aveva dato ragione all'automobilista il quale aveva sostenuto che il detto comportamento era da assimilare ad una sostanziale “tolleranza tacita dell’autorità”.
Gli Ermellini hanno sostenuto che da un lato mancava una rigorosa prova sulle cause della mancata contestazione agli altri (prova che spettava al ricorrente), dall'altro neppure poteva invocarsi una sorta di errore sulla illeceità del fatto e quindi causa di giustificazione della violazione, in quanto questo errore deve trovare causa in un fatto scusabile, situazione questa che se può rinvenirsi in presenza di atti o circostanze positive (e da provare) tali da ingenerare una certa convinzione sul significato (legittimo o tollerato) della norma; al contrario l'automobilista era ben consapevole della illegittimità del suo comportamento dimostrata (implicitamente) anche dalla doglianza della presunta tacita tendenza dell'Autorità a non punire quella determinata condotta e dunque di per sè esclude l'errore. Sotto diverso profilo, poi la Suprema Corte ha affermato che la asserita tolleranza dell'Autorità (per come dedotta e non provata ed usata) costituisce "fenomeno del tutto irrilevante".

lunedì 22 dicembre 2008

Boccata d'ossigeno per chi ha mutui a tasso variabile

Una boccata d'ossigeno è quella che il decreto governativo del 28.11.2008 ha dato agli italiani che hanno acquistato un immobile (prima casa) contraendo un mutuo a tasso variabile entro il 31 ottobre 2008.
Ebbene all'art.2 è previsto che lo Stato si accolli, per tutto il 2009, la parte degli interessi della rata di mutuo che dovesse superare il 4%, di fatto facendola rimanere - per il contraente - sotto questa soglia.
Attenzione, siccome la parte pagata dallo Stato è costituita da soli interessi, purtroppo non incide sull'ammontare del capitale residuo, però è un gradito aiuto.

giovedì 9 ottobre 2008

Annullabili le multe fatte con autovelox dalla polizia che utilizza un veicolo privo di insegne

Le multe accertate con l’autovelox posizionato su vetture della polizia prive di appositi cartelli previsti dalla legge sono annullabili anche se la postazione è stata segnalata. In aggiunta per effettuare i controlli elettronici delle velocità con agenti non è necessaria l’autorizzazione prefettizia che invece risulta essere prevista per in caso di accertamento automatico senza operatori.

È quanto precisa il ministero dei trasporti con due pareri n. 75730 e 75753 del 25 settembre 2008 sulla richiesta di chiarimenti da parte di un comune sulla legittimità del servizio svolto dagli organi di polizia con veicoli privi di insegna per occultare l’autovelox.

Con il primo parere il ministero precisa che tale attività può essere ritenuta illegittima in sede di ricorso perché limiterebbe la piena visibilità della postazione di controllo richiesta dalla legge n. 160/2007.

Il secondo parere invece è stato richiesto circa l’autorizzazione prefettizia all’utilizzo di autovelox in alcune strade senza contestazione. Si precisa in particolare che l’art. 4 del d.l. n. 121/2002, convertito con modificazioni, dalla l. n. 168/2002, il prefetto conserva la competenza all’individuazione dei tratti di strada sui quali, utilizzando apposite apparecchiature, si può procedere ad accertamenti senza l’obbligo di contestazione immediata. Tale autorizzazione non è necessaria per i normali controlli con il fermo dei veicoli, svolti direttamente dalla polizia stradale, su qualsiasi tipo di strada

mercoledì 1 ottobre 2008

Cassazione: leciti toni sopra le righe per difendere il posto di lavoro

Annullata con rinvio una condanna a un infermiere

Cassazione: leciti toni sopra le righe per difendere il posto di lavoro

Secondo i giudici di Piazza Cavour è legittimo utilizzare espressioni normalmente ingiuriose quando sono in ballo ''temi di capitale importanza''

Roma, 1 ott. (Adnkronos) - Licenza di utilizzare toni ed espressioni sopra le righe quando sono in ballo ''temi di capitale importanza'' come la difesa ''del posto del lavoro''. Parola della Cassazione che ha annullato con rinvio una condanna per ingiuria inflitta dal giudice di pace di Taranto a un infermiere, Antonio V., che aveva dato della 'bugiarda' a una signora che lo aveva rimpiazzato con un altro infermiere ritenendo il suo servizio insufficiente. Secondo la Cassazione (V sezione penale, sentenza 37104) quando in un discorso sono coinvolti ''temi di capitale importanza'' è legittimo utilizzare toni elevati e normalmente ingiuriosi. I due protagonisti della vicenda, ricostruisce la sentenza di Piazza Cavour, avevano avuto un contrasto verbale a proposito delle modalità con le quali l'infermiere Antonio V. aveva espletato il proprio incarico di infermiere nei riguardi del marito di Concetta R., affetto da ictus cerebrale. La signora, ritenendo insufficiente il servizio prestato da Antonio V., aveva implementato il servizio ricorrendo a un altro infermiere. Antonio V., sentendosi rimpiazzato, pur di tutelare il suo lavoro aveva dato della 'bugiarda' a Concetta. Ne era seguita la querela e la condanna di Antonio per il reato di ingiuria (giudice di pace di Taranto settembre 2007). Contro la condanna l'infermiere si è rivolto alla Cassazione sostenendo che non c'era valenza offensiva nell'espressione utilizzata per difendere il proprio posto di lavoro. La Suprema Corte ha accolto il ricorso di Antonio V e ha rinviato il caso al giudice di pace di Taranto. Scrivono i supremi giudici che ''la contestualizzazione della condotta avrebbe dovuto essere operata dal giudice del merito per verificare se fosse da escludere ogni valenza in concreto offensiva alla frase pronunciata, e cioè se essa risultasse consona e confacente a un clima di tensione dovuto a questioni sul mantenimento del posto di lavoro''. Un clima che, annotano ancora i supremi giudici ''in linea di principio potrebbe essere risultato idoneo a favorire l'innalzamento dei toni per il coinvolgimento di temi di capitale importanza''. Quand'anche fosse stata ''in gioco l'attribuzione di un comportamento elusivo dei propri doveri'', dice la Cassazione, il giudice avrebbe dovuto tenere conto che ''il tono stesso della conversazione avrebbe anche potuto essere limitato nei confini della accettazione o della repulsione della contestazione ricevuta''. Più in generale, spiega ancora la Cassazione, la '''vis' polemica e gli atteggiamenti sopra le righe'' sono giustificati ogni qualvolta la posta in gioco da difendere è alta. Come ad esempio il ''mantenimento del posto di lavoro'' o nel corso di una ''accesa riunione condominiale'' dove si trattano temi fondamentali.