mercoledì 1 ottobre 2008

Cassazione: leciti toni sopra le righe per difendere il posto di lavoro

Annullata con rinvio una condanna a un infermiere

Cassazione: leciti toni sopra le righe per difendere il posto di lavoro

Secondo i giudici di Piazza Cavour è legittimo utilizzare espressioni normalmente ingiuriose quando sono in ballo ''temi di capitale importanza''

Roma, 1 ott. (Adnkronos) - Licenza di utilizzare toni ed espressioni sopra le righe quando sono in ballo ''temi di capitale importanza'' come la difesa ''del posto del lavoro''. Parola della Cassazione che ha annullato con rinvio una condanna per ingiuria inflitta dal giudice di pace di Taranto a un infermiere, Antonio V., che aveva dato della 'bugiarda' a una signora che lo aveva rimpiazzato con un altro infermiere ritenendo il suo servizio insufficiente. Secondo la Cassazione (V sezione penale, sentenza 37104) quando in un discorso sono coinvolti ''temi di capitale importanza'' è legittimo utilizzare toni elevati e normalmente ingiuriosi. I due protagonisti della vicenda, ricostruisce la sentenza di Piazza Cavour, avevano avuto un contrasto verbale a proposito delle modalità con le quali l'infermiere Antonio V. aveva espletato il proprio incarico di infermiere nei riguardi del marito di Concetta R., affetto da ictus cerebrale. La signora, ritenendo insufficiente il servizio prestato da Antonio V., aveva implementato il servizio ricorrendo a un altro infermiere. Antonio V., sentendosi rimpiazzato, pur di tutelare il suo lavoro aveva dato della 'bugiarda' a Concetta. Ne era seguita la querela e la condanna di Antonio per il reato di ingiuria (giudice di pace di Taranto settembre 2007). Contro la condanna l'infermiere si è rivolto alla Cassazione sostenendo che non c'era valenza offensiva nell'espressione utilizzata per difendere il proprio posto di lavoro. La Suprema Corte ha accolto il ricorso di Antonio V e ha rinviato il caso al giudice di pace di Taranto. Scrivono i supremi giudici che ''la contestualizzazione della condotta avrebbe dovuto essere operata dal giudice del merito per verificare se fosse da escludere ogni valenza in concreto offensiva alla frase pronunciata, e cioè se essa risultasse consona e confacente a un clima di tensione dovuto a questioni sul mantenimento del posto di lavoro''. Un clima che, annotano ancora i supremi giudici ''in linea di principio potrebbe essere risultato idoneo a favorire l'innalzamento dei toni per il coinvolgimento di temi di capitale importanza''. Quand'anche fosse stata ''in gioco l'attribuzione di un comportamento elusivo dei propri doveri'', dice la Cassazione, il giudice avrebbe dovuto tenere conto che ''il tono stesso della conversazione avrebbe anche potuto essere limitato nei confini della accettazione o della repulsione della contestazione ricevuta''. Più in generale, spiega ancora la Cassazione, la '''vis' polemica e gli atteggiamenti sopra le righe'' sono giustificati ogni qualvolta la posta in gioco da difendere è alta. Come ad esempio il ''mantenimento del posto di lavoro'' o nel corso di una ''accesa riunione condominiale'' dove si trattano temi fondamentali.

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