La sentenza di separazione prevedeva incontri giornalieri del padre con la bambina affidata alla madre e di tenerla con sé due fine settimana al mese. La madre si è difesa sostenendo la ritrosia della figlia a vedere il padre e dunque la sua decisione mirava a tutelare “l’effettivo interesse della minore”. La Corte di Cassazione (con la sentenza 34838/2009) ha convalidato la condanna nei confronti della madre a sei mesi di reclusione per mancata esecuzione dei provvedimenti del giudice, e condannato la stessa al risarcimento dei danni in favore del padre che si era costituito parte civile. Nella motivazione si legge che un atteggiamento del genere, lungi dal "tutelare l'effettivo interesse" del minore, rappresenta esattamente "il proposito di vulnerare l'interesse del marito a frequentare il figlio in costanza di separazione coniugale".
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