Costituisce un'offesa a tutti gli effetti che fa scattare la condanna penale ed il risarcimento a favore delle donne. In questo modo la quinta sezione penale ha reso definitiva una condanna per diffamazione con tanto di risarcimento nei confronti di una giornalista di un quotidiano e del suo interlocutore, un sindacalista della Cisl, colpevoli di aver pubblicato un articolo sul carcere di Arienzo (CE) diretto da una direttrice donna, in cui si diceva testualmente 'Carcere, per dirigerlo serve un uomo'.
La quinta sezione penale della Cassazione, con la sentenza 10164 del 2010, ha respinto il ricorso e ha evidenziato che correttamente i giudici di merito hanno ritenuto che la frase 'sarebbe meglio una gestione al maschile' è "oggettivamente diffamatoria ed è da sola idonea ad affermare la responsabilità sia dell'intervistato che dell'intervistatore"."La censura mossa alla persona offesa è sganciata da ogni dato gestionale ed è riferita al solo fatto di essere una donna. E' un gratuito apprezzamento...contrario alla dignità della persona perché ancorato al profilo, ritenuto decisivo, che deriva dal dato biologico dell'appartenenza all'uno o all'altro sesso".
La quinta sezione penale della Cassazione, con la sentenza 10164 del 2010, ha respinto il ricorso e ha evidenziato che correttamente i giudici di merito hanno ritenuto che la frase 'sarebbe meglio una gestione al maschile' è "oggettivamente diffamatoria ed è da sola idonea ad affermare la responsabilità sia dell'intervistato che dell'intervistatore"."La censura mossa alla persona offesa è sganciata da ogni dato gestionale ed è riferita al solo fatto di essere una donna. E' un gratuito apprezzamento...contrario alla dignità della persona perché ancorato al profilo, ritenuto decisivo, che deriva dal dato biologico dell'appartenenza all'uno o all'altro sesso".
(Dott. Luigi Napolitano)
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