Cattive notizie giungono dalla Suprema Corte per i proprietari di cani. D’ora in poi, a seguito dei principi stabiliti dalla sentenza 9037/2010, il proprietario dell’animale che ha aggredito un terzo non avrà più scuse o giustificazioni: si dovrà risarcire il danno. A nulla varrà aver fatto tutto il possibile perché il danno stesso si verificasse; neanche la prova di aver tenuto l’animale legato con la catena o di aver esposto il cartello “attenti al cane” esimeranno dalla responsabilità. L’unica chance di vedersi esentato da responsabilità sarà quello di provare che il fatto sia dipeso da un evento talmente improvviso da aver superato “ogni possibilità di resistenza o contrasto da parte dell'uomo”. Per gli Ermellini, infatti, “la prova di avere usato la comune diligenza nella custodia dell'animale” non libera il proprietario dalla responsabilità ex art. 2052 c.c.: tale responsabilità, spiega la Corte, “prevista a carico del proprietario o di chi si serve dell'animale per il periodo in cui lo ha in uso, in relazione ai danni cagionati dallo stesso, trova un limite solo nel caso fortuito, ossia nell'intervento di un fattore esterno alla causazione del danno, che presenti i caratteri della imprevedibilità, della inevitabilità e della assoluta eccezionalità”.
(Dr.ssa Annachiara Salvio)
(Dr.ssa Annachiara Salvio)
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