domenica 9 maggio 2010

Stare in famiglia? meglio il carcere. Ma chi evade dagli arresti domiciliari per fuggire dalla famiglia, non commette reato!

Nocera. Un uomo esasperato dai rapporti con la propria famiglia, ha deciso di "evadere" dai domiciliari per farsi riportare in cella e scontare la reclusione in carcere.
Ma la Suprema Corte, ha fatto il resto! La sesta sezione penale con la sentenza n. 16673/2010 ha stabilito che in una simile situazione non sussistono i presupposti del reato di evasione e spiega che chi si trova agli arresti domiciliari ed "esce dal luogo degli arresti, intenzionalmente, alla presenza dei Carabinieri, al fine di porre consapevolmente in essere una trasgressione idonea a ricondurlo in carcere, data l’impossibile convivenza con i familiari, non commette il reato di evasione". Difetta in un caso del genere il dolo tipico del reato previsto e punito dall'articolo 385 del codice penale. La fattispecie del dolo, spiega la Corte, "consiste nella consapevolezza e volontà di usufruire di una libertà di movimento vietata dal precetto penale". Durante il processo l'imputato ha dichiarato di non essersi sottratto ai controllo della Polizia giudiziaria, che era presente all'atto della "evasione". Egli ha semplicemente realizzato una condizione fattuale nei termini che gli erano stati indicati come idonei a determinarne il rientro in carcere.
(Avv. Angelo Remedia)

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